Ne ho combinate di tutti i colori e ora sono in ferie! Finalmente, aggiungerei. Sono in ritardo con la pubblicazione dei post, ne avevo uno in forno per raccontarvi del mio agosto ma avevo la editor in ferie e non potevo pubblicare senza le sue correzioni. Adesso sono a Napoli.
Dopo lunghe peripezie, siamo partiti io la mia amica Vanessa e M.F.
La sera prima della partenza sono in crisi con la valigia e io e Vanessa ci confrontiamo sul cosa mettere dentro di indispensabile e cosa no.
Siamo arrivati ieri dopo un comodissimo viaggio in treno.
Una volta raggiunto il b&b, sistemato i bagagli ed esserci rifocillati, ci perdiamo per la città nelle viuzze colorate in cui faccio un miliardo di foto non instagrammabili e con la reflex. Infatti decido di prendermi una pausa dai social per qualche giorno, decido che voglio fare calare un alone di mistero sul mio spostamento.
Un viaggio privato.
Comunque abbiamo un minimo di programma da rispettare, non è una zingarata qualunque e alle cinque in punto ci intratteniamo in una visita guidata alla Napoli sotterranea e si rivela un’esperienza davvero fantastica.
Purtroppo ci capita una guida attempata che è veramente di una lentezza disarmante ed anche un po’ prolissa ma abbiamo l’opportunità di vedere con i nostri occhi parte dei cunicoli sottostanti la città e scavati nel tufo.
Il tour prevede che facciamo anche visita all’antico teatro che è stato inglobato tra le mura della città. Scoperto per puro caso dalle belle arti durante dei lavori in un’abitazione di un’anziana signora.
Questo fatto, non so perché, mi fa quasi più emozionare rispetto alla città sotterranea che abbiamo visto qualche minuto prima.
Poi visitiamo il duomo, dove è gelosamente custodito il sangue di San Gennaro. Dopo la visita breve al Duomo, ci incamminiamo per via Spinelli dove si trova il ristorante più rinomato di Napoli: Sorbillo e dopo un’interminabile quanto meritatissima attesa, ci facciamo letteralmente conquistare dalla pizza fritta mai provata fino ad ora. Ne avrei mangiate due di fila.
Super!
Valeva la pena attendere.
Stanchi dai 10 mila passi che la nostra app addetta al conteggio ci segnala, dopo cena ce ne andiamo a goderci un meritatissimo riposo.
La mattina mi sveglio prestissimo, non so perché ma tra tutti i murales e i disegnetti sulle mura penso ad exit enter, uno dei miei illustratori di muri preferiti. Lo seguo da quando ha
iniziato a riempire Firenze con i suoi ometti stilizzati quanto immediati che rincorrono palloncini e cuori rossi. Penso che ho trovato sue tracce a Bologna, strano che non sia passato da qui, sembra proprio un posto adatto a lui.
Il giorno succesivo di nuovo sveglia presto, doccia al volo, mi infilo il costume e preparo lo zaino per il mare.
Sveglio mio figlio facciamo una colazione veloce e ci troviamo con Vanessa fuori dall’albergo.
Destinazione traghetto che ci porterà a Capri.
Ci vuole circa un’ora per arrivare ed una volta arrivati ci spostiamo su un’altra imbarcazione. Purtroppo la grotta Azzurra è impraticabile dato che il mare è un po’ arrabbiato. Ripieghiamo su un giro dell’isola davvero emozionante.
Passiamo sotto i faraglioni e da lontano si intravedono anche Ischia e Procida. Mi torna in mente anche Elsa Morante con la sua “Isola di Arturo” e mi pento di non averci pensato prima! Potevamo vedere Procida!
Tra l’altro, quest’anno è stata anche eletta capitale della cultura e ci sono un sacco di iniziative interessanti, cosa che scopro solo dopo il mio rientro.
Comunque anche Capri si rivela una bella sorpresa. Una volta rientrati dal giro, ci accampiamo nella spiaggia libera.
Pranziamo lì e ci godiamo il sole dei primi giorni di settembre ed un’acqua spettacolare, cristallina e di una giusta temperatura.
Facciamo quello che sembra essere l’ultimo bagno della stagione e poi c’è ne andiamo in esplorazione della città.
Prendiamo la funivia che ci porta direttamente ad una piazza piena di negozietti di ogni tipo, il nostro giro si conclude ai giardini di Augusto.
Dove si aprono terrazze che ci permettono di vedere un vero e proprio incanto. Di nuovo i faraglioni in lontananza, il mare azzurro da copertina del National geographic meraviglioso.
Al rientro, mi perdo a fotografare il mare che si increspa sui finestrini del traghetto. Scatto forse una ventina di foto apparentemente tutte uguali, agli schizzi bianchi su vetro sporco. Tornati al porto destinazione albergo, poi una bella doccia e infine un’altra meritatissima pizza.
E proprio mentre camminiamo per il centro, eccolo che mi appare exit enter: è lui, cerco la sua firma sotto i disegni. Non ci sono dubbi è lui. Mi ero imposta di non socializzare e invece mi trovo a dover gestire l’impulso di contattarlo.
Scatto due foto compulsive col telefono e carico una storia sui social menzionandolo senza trattenermi dallo scrivergli. Gli scrivo quello che pensavo la sera prima.
E lui mi risponde anche! Sono stracontenta per questa piccolezza.
Dopo cena di nuovo a nanna.
La mattina dopo, ci aspetta la visita alla cappella di San Severo.
E lì ho un’estasi mistica come quella di Santa Teresa e di nuovo provo commozione mista a curiosità di approfondire l’argomento.
La cappella è il mausoleo della famiglia e il principe che commissiona le opere è un rappresentante della massoneria. Mi lascio stupire dai dettagli che stanno dietro ad ogni opera presente in questa meravigliosa cappella. L’attrazione principale è il Cristo Velato. Opera davvero emozionante, che mi lascia senza fiato.Mi sento come se fossi in un parco giochi: guardo con curiosità e stupore tutto, fino alla fine del percorso in cui ci troviamo di fronte agli automi.
Curiosità, scienza, amore per l’arte tutto riunito in un unico luogo magico. Mi sento arricchita profondamente da questa esperienza.
Se un po’ avete imparato a conoscermi, vado all’acquisto compulsivo di due biografie sul principe proprietario della cappella.
È l’ultima giornata, ce ne andiamo in giro per la città ancora e, casualmente, ci troviamo nella via dei presepi e ci immergiamo letteralmente nel vivo della città e cediamo anche all’assaggio dalla sfogliatella più buona della galassia.
Cornetti di ogni tipo e di tutti i colori, bancarelle su bancarelle.
Camminiamo ancora per un bel po’ poi ci dirigiamo in piazza Plebiscito dove ci sfidiamo nel tentativo di attraversarla ad occhi chiusi e a quanto pare ce la facciamo! Proseguiamo il nostro itinerario percorrendo il lungo mare, tra poche ore questa meraviglia sarà finita ma ci promettiamo solennemente che sarà un’arrivederci Napoli.